Meteo 2024: Italia spaccata in due tra maltempo estremo e siccità. È la nuova normalità climatica?

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Meteo 2024: Italia spaccata in due tra maltempo estremo e siccità. È la nuova normalità climatica?

Il 2024 ha confermato un trend ormai evidente da diversi anni: un’Italia divisa meteorologicamente in due, con il Nord flagellato da eventi estremi, piogge torrenziali e grandinate distruttive, e il Sud soffocato da caldo persistente, assenza di precipitazioni e una crescente carenza idrica. Uno scenario già osservato nel 2023, che sembra delineare una nuova normalità climatica per il nostro Paese e per l’intero bacino del Mediterraneo.

 

L’impennata delle notti tropicali: un’anomalia diventata realtà

Uno degli aspetti più emblematici dell’estate 2024 è stato l’aumento diffuso delle notti tropicali, ovvero quelle in cui la temperatura minima non scende sotto i 20°C. Non si tratta più di un evento raro o localizzato: si è registrato un sbalzo anomalo anche di 50-55 notti in più rispetto alla media climatologica in aree come la Grecia meridionale, la Campania, la Puglia e parte del Lazio.

Questo surplus termico notturno ha compromesso il recupero fisiologico della popolazione, aumentato il consumo energetico per la climatizzazione e reso difficoltosa la gestione delle emergenze sanitarie legate al caldo. Città solitamente meno esposte a queste condizioni hanno vissuto una trasformazione delle abitudini quotidiane, con impatti profondi sulla vita urbana e sulla salute collettiva.

 

L’Anticiclone africano: il regista indiscusso dell’estate

La protagonista indiscussa dell’estate 2024 è stata ancora una volta l’Alta Pressione africana, figura barica ormai stabile sopra l’area mediterranea. Questa struttura atmosferica ha bloccato sistematicamente le perturbazioni fresche provenienti da nord, favorendo un ristagno termico su larga scala che ha generato giornate roventi, cieli limpidi e ventilazione assente.

Nel cuore dell’estate, le temperature massime hanno raggiunto e superato i 45°C in diverse località di Italia, Grecia e Balcani, trasformando molte città in vere e proprie camere a gas urbane, con effetti collaterali gravissimi su trasporti, sanità e tenuta delle reti energetiche.

 

Il calore percepito e il ruolo dell’UTCI

Per misurare il disagio fisico reale subito dalla popolazione, è stato utilizzato l’UTCI (Universal Thermal Climate Index), uno strumento che considera umidità, vento, radiazione solare e temperatura ambientale per definire la temperatura percepita dal corpo umano.

Il 17 Luglio 2024 ha segnato una soglia storica: quasi il 20% della superficie europea ha raggiunto livelli classificati come “Very strong heat stress”, eguagliando il precedente record del 7 Agosto 2010. Questo indice non è solo un dato tecnico: descrive la reale esposizione al rischio per milioni di persone in Europa, indicando la gravità crescente delle ondate di calore.

 

Emergenza sanitaria: il caldo non è più un semplice disagio

La pericolosità delle temperature elevate prolungate è ormai ben documentata dalle principali agenzie sanitarie mondiali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che il caldo estremo, specie se associato a notti tropicali, può causare scompensi cardiovascolari, problemi respiratori e aggravamenti metabolici, soprattutto tra anziani, bambini e pazienti cronici.

Nel 2023, i decessi in Europa attribuibili al caldo sono stati stimati in 47.700, mentre nel 2022 il bilancio fu ancora più drammatico: oltre 61.000 vittime. Sebbene i numeri per il 2024 siano ancora in fase di elaborazione, la persistenza dell’Anticiclone africano per tutta l’estate fa temere un’ulteriore impennata dei decessi legati a stress termico.

 

Il caldo conquista il Nord Europa: una nuova anomalia geografica

Uno degli elementi più sorprendenti del 2024 è stato il progressivo spostamento verso nord delle ondate di calore. Germania, Paesi Bassi, Belgio e persino il Regno Unito hanno registrato temperature superiori ai 35°C, un fatto eccezionale per quelle latitudini.

Anche la Scandinavia ha vissuto giornate e notti da record: in Norvegia e Svezia, per la prima volta in molte località, la colonnina di mercurio non è scesa sotto i 20°C nemmeno di notte. Si tratta di notte tropicali a nord del Circolo Polare Artico, un dato che riscrive la geografia del clima europeo e mostra quanto il riscaldamento globale sia già realtà tangibile.

 

Verso il 2025: l’IPCC avverte, l’Estate sarà ancora più estrema

Le prospettive per l’estate 2025, secondo le ultime analisi dell’IPCC, non sono incoraggianti. Il trend di riscaldamento accelerato sta proiettando l’Europa verso una nuova era climatica, dove l’estate non è più un semplice intervallo di sole e vacanze, ma una stagione dominata da rischi concreti per la sicurezza, la salute e l’economia.

Adattamento e resilienza sono le nuove parole chiave: la pianificazione urbana deve considerare isole di calore, aumento del fabbisogno energetico, spazi verdi e corridoi ventilanti; il sistema sanitario deve prepararsi a rispondere a picchi di ricoveri per cause termiche; e i cittadini devono imparare a convivere con un meteo sempre più tropicale.

 

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