
Una stagione vivace fin dai primi giorni: il risveglio del flusso atlantico
La Primavera 2025, iniziata ufficialmente il 20 marzo, ha mostrato sin da subito un profilo meteorologico estremamente dinamico e instabile, ben diverso dal lungo periodo siccitoso che aveva contraddistinto l’inverno appena concluso. A innescare questa inversione di tendenza è stata la riattivazione del flusso zonale atlantico, che ha spalancato le porte a perturbazioni in sequenza, capaci di investire l’intero bacino del Mediterraneo centrale.
Già durante il mese di Marzo, l’Italia è stata colpita da quattro ondate perturbate di rilievo, con piogge abbondanti soprattutto su Nord Italia e regioni tirreniche centrali. Le nevicate sono tornate protagoniste sull’arco alpino e, in alcuni casi, anche sugli Appennini, con accumuli superiori alla media nelle vallate di Trentino-Alto Adige e Piemonte occidentale.
Temperature sotto media e cieli spesso grigi
La temperatura media di marzo si è attestata lievemente al di sotto delle medie climatologiche del periodo 1991-2020, con scarti negativi più marcati al Nord, dove i valori faticavano a superare i 10°C anche durante il giorno. L’elevata copertura nuvolosa e le continue precipitazioni hanno determinato una ridotta insolazione giornaliera, rendendo il mese insolitamente uggioso.
Aprile: freddo fuori stagione, piogge e forti contrasti termici
Il mese di Aprile 2025, almeno fino alla sua metà, ha proseguito su un binario instabile, segnato da nuove discese fredde da est e da fasi perturbate ricorrenti. Tra il 7 e il 10 aprile, l’Italia ha vissuto giornate insolitamente miti, con punte di 25°C in Toscana, Lazio e Sicilia, ma si è trattato di una parentesi breve. Il ritorno del freddo tra il 12 e il 14 aprile, accompagnato da venti di grecale, ha riportato brinate notturne e perfino neve a quote insolitamente basse in Emilia-Romagna, provocando danni localizzati alle coltivazioni in fiore.
Questo andamento altalenante delle temperature è una delle firme più evidenti della primavera mediterranea moderna, segnata da contrasti marcati che si riflettono sia in termini agricoli che nella vita quotidiana.
Piogge in abbondanza al Nord, ma il Sud resta in deficit
Dal punto di vista pluviometrico, Lombardia, Liguria, Emilia, Veneto e Toscana hanno registrato valori superiori alla media, contribuendo a ricostituire le riserve idriche, gravemente impoverite durante l’autunno e l’inverno. In alcune zone alpine e prealpine, le precipitazioni cumulative hanno superato i 200 mm, un dato significativo per il bilancio idrico del periodo.
Al contrario, il Sud Italia, in particolare Puglia e Calabria ionica, continua a mostrare un importante deficit idrico, con livelli inferiori del 30% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Questo squilibrio geografico conferma una tendenza ormai ricorrente: la polarizzazione degli eventi meteo estremi, con zone che ricevono piogge continue e altre che rimangono ai margini delle perturbazioni.
I mari mediterranei influenzano la dinamica atmosferica
Anche le anomalie termiche dei mari stanno influenzando l’evoluzione meteo di questa primavera. Mentre Mar Ligure e Tirreno presentano temperature superficiali ancora inferiori alla norma, l’Adriatico meridionale sta scaldandosi più rapidamente, favorendo forti contrasti termici tra suolo e atmosfera. Questo è uno degli elementi che alimenta la convezione atmosferica, dando origine a temporali improvvisi e localizzati, tipici delle stagioni di transizione.
Prospettive: instabilità persistente fino a maggio
I modelli stagionali aggiornati da ECMWF e NOAA indicano che la variabilità atmosferica potrebbe continuare anche nella seconda metà della primavera, con una tendenza all’instabilità almeno fino alla prima decade di maggio. Solo nella seconda parte del mese, in base alle attuali simulazioni, potrebbe verificarsi una rimonta più duratura dell’Alta Pressione, accompagnata da temperature in rialzo e meteo più stabile, soprattutto al Centro-Sud.
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