Meteo Settimana Santa 2025: piogge torrenziali in pianura e nevicate estreme sulle Alpi. Piemonte e Valle d’Aosta nella morsa di metri di neve fresca

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Meteo Settimana Santa 2025: piogge torrenziali in pianura e nevicate estreme sulle Alpi. Piemonte e Valle d’Aosta nella morsa di metri di neve fresca

Italia Settentrionale nel cuore del maltempo: piogge intense e rischio idrogeologico

Il meteo della Settimana Santa si preannuncia tra i più turbolenti degli ultimi anni, con un’intensa e persistente fase di maltempo che investirà gran parte del Paese, ma con picchi di intensità sull’Italia Settentrionale. Le regioni alpine, prealpine e pedemontane faranno i conti con precipitazioni molto abbondanti, accompagnate da temporali e nubifragi in pianura e da nevicate eccezionali in quota.

 

Le piogge attese tra lunedì 14 e venerdì 18 aprile raggiungeranno quantitativi eccezionali, in particolare sul Piemonte, la Lombardia occidentale, il Triveneto e l’Appennino ligure ed emiliano, con accumuli al suolo che in alcune aree supereranno i 200 mm. Una situazione che aumenta il rischio idrogeologico, specialmente dove i terreni sono già saturi.

 

Neve abbondante in alta quota: Alpi occidentali sotto assedio

Nel cuore dell’evento perturbato, le Alpi torneranno a imbiancarsi, ma questa volta con intensità davvero straordinarie. Contrariamente alla percezione comune che vuole la primavera come stagione di transizione dolce, le correnti sciroccali umide, spinte dalla profonda saccatura atlantica, caricheranno i versanti alpini esposti con quantitativi nevosi eccezionali, soprattutto oltre i 2400 metri.

 

I settori più colpiti: ecco dove cadrà più neve

Secondo le proiezioni più recenti, le nevicate più intense colpiranno:

  • Piemonte nord-occidentale e Valle d’Aosta: qui, oltre i 2400 metri, si prevedono accumuli di neve fresca tra 2,5 e 4 metri entro la fine dell’evento. Valori record, soprattutto se concentrati in un periodo breve, con notevole rischio valanghivo e gravi difficoltà per la gestione delle infrastrutture in quota.
  • Alpi del Piemonte meridionale: anche qui, sempre sopra i 2400 metri, le stime parlano di accumuli tra 100 e 150 cm, meno rispetto ai settori nord-occidentali, ma comunque notevoli per aprile.
  • Friuli-Venezia Giulia: le Alpi friulane, soprattutto sopra i 2500 metri, vedranno accumuli superiori a 2 metri, con picchi potenziali oltre i 2,5 metri di neve fresca nelle vallate esposte allo sbarramento orografico.

 

Altrove, sulle restanti aree alpine, le nevicate saranno più moderate, con accumuli che a 2400 metri potrebbero oscillare tra 70 e 80 cm, comunque significativi ma non paragonabili ai picchi attesi sulle zone maggiormente esposte ai flussi umidi sud-orientali.

 

Correnti sciroccali protagoniste: la chiave della distribuzione dei fenomeni

A determinare questa distribuzione selettiva delle precipitazioni è la presenza di forti venti di scirocco, che spingono enormi quantità di umidità verso i versanti esposti a sud-est, come il Monte Rosa, il Gran Paradiso, il Gruppo dell’Argentera, le Alpi Giulie e le Carniche. Questi flussi impattano con le catene montuose determinando un effetto stau marcato, che intensifica ulteriormente la quantità di neve precipitata.

 

Impatti attesi: rischio valanghe, viabilità e sicurezza

Con quantità simili di neve fresca, è lecito attendersi:

  • Un rischio valanghe molto elevato (livello 4 o 5 su 5) su molte aree alpine
  • Interruzioni alla viabilità alpina, con possibile chiusura di passi montani
  • Difficoltà nella gestione degli impianti sciistici, specialmente per lo sgombero e la messa in sicurezza delle aree
  • Possibili criticità infrastrutturali, legate al peso della neve su tetti, linee elettriche e reti di comunicazione

 

Conclusione: una Settimana Santa invernale sulle Alpi

Mentre le pianure e le coste dovranno fare i conti con temporali e piogge incessanti, le Alpi si preparano a una delle nevicate più abbondanti di questa stagione, con accumuli straordinari in quota che porteranno scenari da pieno inverno, in pieno aprile.

 

Un evento estremo che conferma ancora una volta come la primavera del 2025 stia mostrando il suo volto più dinamico e imprevedibile, mettendo sotto pressione tanto i sistemi urbani quanto quelli montani. Monitoraggio costante e prudenza saranno fondamentali, specie per chi vive o si sposta in alta quota durante questo periodo.

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