L’Italia si prepara ad affrontare un febbraio dalle caratteristiche pienamente invernali, con il Vortice Polare che potrebbe determinare un drastico abbassamento delle temperature e un aumento del rischio di nevicate a bassa quota. Dopo un gennaio caratterizzato da fasi meteo altalenanti, le ultime analisi mostrano segnali di un possibile raffreddamento tardivo, con l’inverno che potrebbe intensificarsi proprio nelle prossime settimane.
L’evoluzione del Vortice Polare sta assumendo un ruolo chiave nello sviluppo della circolazione atmosferica sull’emisfero settentrionale. Se fino a pochi giorni fa si ipotizzava una possibile frammentazione del vortice (split), ora i modelli meteorologici sembrano confermare una sua deformazione (allungamento). Questo scenario potrebbe comunque favorire l’ingresso di aria gelida nel cuore dell’Europa, con possibili ripercussioni anche sull’Italia.
Vortice Polare in allungamento: cosa significa per l’Italia?
Il Vortice Polare, situato nella stratosfera sopra il Polo Nord, è un’enorme struttura di bassa pressione che, in condizioni normali, mantiene l’aria gelida confinata nelle regioni polari. Tuttavia, episodi di riscaldamento stratosferico possono destabilizzarlo, portando a due possibili scenari: la frammentazione del vortice (split) o il suo allungamento.
Negli ultimi giorni, le simulazioni meteorologiche stanno evidenziando una tendenza verso l’allungamento del Vortice Polare, con il nucleo di aria fredda che potrebbe scivolare lungo un asse diretto verso l’Europa e l’Italia. Sebbene questo scenario sia meno estremo rispetto a uno split, potrebbe comunque portare fasi di gelo tardivo, accompagnate da neve e temperature sotto la media stagionale.
Se questa configurazione dovesse confermarsi, il mese di febbraio potrebbe essere caratterizzato da frequenti ondate di freddo, alternate a momenti di instabilità atmosferica dovuti all’interazione tra l’aria gelida continentale e le correnti umide atlantiche.
Febbraio tra gelo, neve e possibili irruzioni fredde dai Balcani
Uno degli aspetti più rilevanti della possibile evoluzione meteo riguarda la traiettoria delle masse d’aria fredda. Secondo le attuali proiezioni, l’Italia potrebbe essere coinvolta in modo diretto dall’afflusso di correnti gelide di origine balcanica, con il rischio di nevicate fino a bassa quota su alcune regioni del Centro-Nord.
Nel dettaglio, il Nord Italia potrebbe sperimentare un aumento delle precipitazioni nevose, in particolare lungo l’arco alpino e nelle aree pedemontane, mentre il Centro-Sud potrebbe vedere un’alternanza tra episodi di maltempo e temporanei rinforzi anticiclonici. La neve potrebbe raggiungere anche le zone collinari, specialmente tra Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo.
Le temperature subiranno un calo significativo, con valori che potrebbero portarsi al di sotto delle medie del periodo. Le gelate notturne diventeranno più diffuse, interessando anche le pianure del Nord e le vallate interne del Centro Italia.
L’inverno tardivo potrebbe prolungarsi fino a marzo?
Con l’allungamento del Vortice Polare, il rischio di un inverno tardivo diventa sempre più concreto. Se l’aria gelida continuerà a influenzare l’Europa anche dopo la metà di febbraio, l’Italia potrebbe vivere un finale di stagione invernale particolarmente rigido.
Inoltre, alcuni modelli stagionali indicano la possibilità che il freddo possa protrarsi fino a marzo, con una fase meteo dominata da sbalzi termici, alternando periodi di freddo intenso a momenti più miti legati a temporanei rinforzi anticiclonici.
Se questa tendenza verrà confermata, il 2025 potrebbe riservare un inverno più lungo del previsto, con condizioni meteo instabili e possibili episodi nevosi tardivi anche a quote basse.
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