Siamo ancora agli inizi di Febbraio, eppure già si parla del meteo estivo. Anche se mancano circa quattro mesi all’inizio ufficiale dell’estate meteorologica, le prime indicazioni climatiche suggeriscono che il periodo caldo sarà caratterizzato da temperature superiori alla media e probabilmente da scarse precipitazioni. Ma come possiamo ipotizzare tutto questo senza previsioni ufficiali? In realtà, esistono basi solide per farlo: la statistica delle recenti Estati, che negli ultimi anni hanno registrato valori termici sempre più elevati e un progressivo aumento della frequenza delle ondate di calore.
Il ritorno dell’anticiclone africano: caldo intenso in arrivo?
Dopo una fase di relativa assenza in questi mesi invernali, l’anticiclone africano tornerà protagonista e, quando lo farà, le conseguenze potrebbero essere significative. Nonostante il fisiologico aumento delle temperature con l’avanzare della stagione, al momento non si prevedono picchi estremi come quelli registrati nel 2022 e 2023, anni in cui si sono toccati record storici. Tuttavia, esiste un fattore da tenere in considerazione: la possibilità di nevicate primaverili tardive.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, eventuali episodi nevosi in Primavera non sarebbero il segnale di un clima più freddo, bensì il risultato di precipitazioni abbondanti che, in un contesto di temperature elevate, potrebbero trasformarsi in accumuli nevosi significativi sulle Alpi.
Sollievo temporaneo per i ghiacciai alpini, ma la crisi climatica continua
La neve primaverile potrebbe offrire un respiro momentaneo ai ghiacciai alpini, che negli ultimi anni stanno vivendo un progressivo e inarrestabile declino a causa delle temperature in costante crescita e della drastica riduzione della copertura nevosa. Tuttavia, questo non significa che la crisi climatica possa considerarsi risolta. Anzi, la tendenza è chiara: le Estati stanno diventando sempre più calde e i fenomeni meteorologici estremi sono in aumento.
I dati indicano che i mesi di Luglio e Agosto 2024 saranno probabilmente caratterizzati da temperature sopra la media e da una generale carenza di precipitazioni, condizioni ideali per la formazione di ondate di calore prolungate. Seppur con alcune differenze tra i vari modelli previsionali, il quadro generale conferma il trend degli ultimi anni: il riscaldamento globale sta avendo un impatto diretto sul clima, e le Estati tendono a presentare valori termici sempre più elevati rispetto alla norma stagionale.
Europa e Mediterraneo sempre più bollenti: cosa aspettarsi?
Le ondate di calore estreme degli ultimi anni hanno colpito in particolare l’Europa orientale e il Mediterraneo sud-orientale, con temperature elevatissime nel Bacino del Mediterraneo. L’aspetto cruciale sarà il comportamento delle correnti oceaniche nel mese di Luglio, che potrebbero influenzare significativamente l’evoluzione del meteo estivo.
Se queste correnti dovessero mantenersi attive e persistenti, potrebbero limitare l’espansione dell’anticiclone africano verso il Nord Italia, favorendo un meteo più instabile e riducendo il numero di ondate di calore prolungate. Situazioni simili si sono già verificate in passato, ad esempio nell’Estate del 2014, caratterizzata da una presenza più marcata di perturbazioni atlantiche che hanno limitato il caldo eccessivo sul Settentrione. Tuttavia, un simile scenario si era osservato anche nel 2023, quando il Sud Italia rimase sotto una forte bolla di calore, mentre il Nord sperimentò fasi più variabili.
Un’estate lunga: caldo fino a Settembre?
Un elemento da non sottovalutare è la tendenza degli ultimi anni a registrare un prolungamento del caldo fino a Settembre. Tutti i modelli previsionali concordano su un prolungamento dell’Estate meteorologica, con temperature sopra la media e precipitazioni scarse anche nel primo mese autunnale. Negli ultimi anni, infatti, Settembre ha spesso mostrato ondate di calore tardive, con valori simili a quelli tipicamente registrati in pieno Luglio o Agosto.
Questo conferma che il meteo estivo sta diventando sempre più intenso e prolungato, con effetti significativi sulle riserve idriche, sull’agricoltura e sulle città, sempre più soggette a temperature estreme.
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