Meteo, gelo Siberiano in arrivo, anche a Roma

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Meteo, gelo Siberiano in arrivo, anche a Roma

A partire dal 7 febbraio 2025 l’Italia potrebbe essere interessata da un’irruzione di aria siberiana, con temperature previste fino a 8-12°C al di sotto delle medie stagionali e la possibilità di nevicate storiche anche in pianura.

 

Cambiamenti nella circolazione atmosferica

I modelli fisico-matematici indicano una prossima trasformazione della circolazione atmosferica. Un ponte anticiclonico tra l’anticiclone delle Azzorre e quello situato sulla Russia nordorientale devierà il flusso atlantico, aprendo la strada a correnti gelide di origine continentale.

 

Dettagli sull’irruzione fredda

L’intensità dell’irruzione fredda sarà determinata da una combinazione di fattori atmosferici. In una prima fase, un nucleo di aria molto fredda in movimento retrogrado dall’Europa orientale raggiungerà l’Italia tra il 7 e l’8 febbraio, causando un calo delle temperature, con valori previsti fino a -12°C a 1.500 metri sulle regioni settentrionali e fino a -8°C al Centro.

 

Possibile indebolimento del vortice polare

Successivamente l’eventuale indebolimento del vortice polare attorno alla metà del mese potrebbe favorire una discesa ulteriore di aria artico-siberiana attraverso i Balcani, intensificando il freddo e aumentando il rischio di nevicate anche su zone a bassa quota.

 

Regioni maggiormente interessate

Gli effetti più marcati sembrano destinati a concentrarsi sul Nord Italia, con particolare attenzione alla Pianura Padana occidentale. Piemonte ed Emilia occidentale potrebbero sperimentare accumuli nevosi significativi, fino a 35 cm in alcune zone della Val Padana.

 

Temperature minime nelle aree montane

Sul settore alpino centro-orientale, le temperature minime potrebbero scendere fino a -15°C a quota 1.000 metri, mentre nell’Appennino centrale, tra Toscana, Umbria e Marche, la neve potrebbe cadere fino a 600 metri di altitudine.

 

Confronti con episodi storici

Questo scenario richiama alla memoria alcuni dei più intensi episodi di freddo che hanno colpito l’Italia in passato. L’ondata tardiva del febbraio 2018, caratterizzata da temperature fino a -10°C in pianura e nevicate straordinarie fino a Roma e Napoli, presenta alcune similitudini con quanto atteso nelle prossime settimane.

Ancora più rilevante è il confronto con il febbraio 2012, quando isoterme fino a -15°C a 1.500 metri provocarono nevicate eccezionali nel Sud Italia, mentre il riferimento storico più significativo rimane quello del febbraio 1985, con temperature record di -21,8°C a Torino e -17,5°C a Venezia, accompagnate da nevicate straordinarie in molte zone del Paese.

 

Incertezze e variabili atmosferiche

Nonostante il modello GFS mostri un’elevata coerenza nel delineare la traiettoria orientale dell’aria fredda, restano alcune incertezze legate all’intensità dell’anticiclone russo-siberiano e alla sua interazione con l’aria umida mediterranea. Inoltre, l’eventuale persistenza di correnti atlantiche residue potrebbe influenzare la dinamica dell’evento, attenuandone l’impatto.

 

Possibili conseguenze dell’irruzione siberiana

Le possibili conseguenze di questa irruzione siberiana potrebbero essere significative in diversi settori. Il periodo critico per questa ondata di freddo si collocherebbe tra il 7 e il 14 febbraio, con una possibile estensione verso il Centro Italia nel caso in cui una depressione tirrenica dovesse approfondirsi ulteriormente.

 

Prime avvisaglie e momento chiave

Le prime avvisaglie sarebbero percepite con un sensibile calo delle temperature minime, che potrebbero scendere fino a -5°/-10°C in pianura, ma il momento chiave potrebbe arrivare attorno al 12-13 febbraio, quando il temuto Buran potrebbe irrompere sulla Penisola.

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