Le previsioni meteo per l’inizio di febbraio 2025 mostrano segnali di un possibile ritorno a un clima più tipicamente invernale, con l’arrivo di correnti fredde provenienti da est. Tuttavia, questa tendenza rimane incerta, e le probabilità di un effettivo cambiamento verso condizioni rigide sono al momento piuttosto basse.
Secondo i modelli meteorologici aggiornati nei primi giorni del mese si potrebbe assistere a una configurazione atmosferica favorevole all’ingresso di aria fredda dall’Europa orientale. Questo scenario includerebbe la formazione di un vortice depressionario sul Mediterraneo occidentale entro la fine di gennaio, capace di richiamare correnti gelide da est. Parallelamente, un campo di alta pressione potrebbe consolidarsi sopra la Scandinavia, creando un blocco atmosferico che faciliterebbe il passaggio delle masse d’aria fredda verso l’Italia.
Quali aree saranno interessate?
Se questa configurazione dovesse realizzarsi, le temperature potrebbero tornare a livelli più rigidi su gran parte della Penisola. Le precipitazioni si concentrerebbero principalmente sulle regioni del Sud Italia, lungo le coste adriatiche centrali e nelle aree alpine occidentali. La neve potrebbe cadere a quote relativamente basse, specialmente tra i 700 e i 1.000 metri, ma al momento le nevicate in pianura appaiono improbabili.
Le zone montuose dell’Appennino centrale e meridionale, così come quelle delle Alpi marittime, potrebbero beneficiare di un ritorno della neve, con accumuli significativi nelle località sopra i 1.200 metri. Sotto questa quota, tuttavia, le precipitazioni nevose rimangono più scarse rispetto alla media stagionale, un fenomeno già osservato negli ultimi anni.
Inverno 2024-2025: un bilancio finora modesto
L’inverno 2024-2025 si è finora caratterizzato per l’assenza di eventi significativi legati al freddo intenso o alle nevicate in pianura. Solo brevi episodi di temperature rigide hanno segnato la stagione, mentre sull’Appennino sono state registrate nevicate abbondanti a partire dai 1.300 metri. Sulle Alpi, invece, la situazione è stata più complessa: sotto i 1.200 metri, le precipitazioni nevose sono state molto limitate, sollevando preoccupazioni per l’approvvigionamento idrico primaverile.
Nel contesto climatico attuale le nevicate in pianura stanno diventando eventi sempre più rari, in particolare durante il mese di febbraio. Tuttavia, sopra i 1.500 metri, la neve rimane abbondante e di buona qualità, alimentando l’economia turistica delle località montane.
Gli scenari meteo: ritorno del freddo o alta pressione?
Le attuali proiezioni dei modelli meteorologici, in particolare del GFS (Global Forecast System), suggeriscono due scenari opposti. Una minoranza di simulazioni prevede l’arrivo delle correnti fredde da est, mentre la maggior parte delle analisi punta su un rafforzamento dell’alta pressione sul Mediterraneo centrale. In quest’ultimo caso, si assisterebbe a un generale aumento delle temperature, decretando una fine anticipata dell’inverno sull’Europa meridionale.
Se l’alta pressione dovesse dominare, le condizioni meteo su Italia e Paesi vicini potrebbero rimanere stabili e asciutte, con temperature sopra la media stagionale. Questo scenario comporterebbe un’ulteriore riduzione delle possibilità di neve a bassa quota, favorendo un clima più mite rispetto agli anni passati.
L’attesa degli appassionati di neve
Per chi spera in un ritorno del freddo intenso e della neve, i prossimi aggiornamenti saranno cruciali per capire l’evoluzione della situazione atmosferica. Il mese di febbraio, nonostante sia ancora considerato parte del cuore dell’inverno, sta mostrando una tendenza meteo sempre più frequente verso condizioni miti, in linea con i cambiamenti climatici degli ultimi decenni.
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