Meteo: eccezionale copertura nevosa, le conseguenze preoccupano

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Meteo: eccezionale copertura nevosa, le conseguenze preoccupano

L’emisfero settentrionale sta vivendo un inverno straordinario, caratterizzato da un’eccezionale copertura nevosa che sta influenzando in modo significativo il sistema climatico globale. Questo fenomeno, che contribuisce al raffreddamento delle temperature tramite il cosiddetto effetto albedo, potrebbe preparare il terreno a ondate di gelo intenso nelle prossime settimane. Con l’arrivo di febbraio, si prevede un ulteriore calo termico, rendendo questo mese uno dei più rigidi degli ultimi anni.

Effetto albedo: la neve come regolatore del clima

Uno degli aspetti centrali dell’attuale situazione meteorologica è l’effetto albedo, ovvero la capacità delle superfici innevate di riflettere la luce solare. Quando il suolo è coperto da uno spesso manto nevoso, i raggi solari vengono riflessi nell’atmosfera, riducendo drasticamente l’assorbimento di calore. Questo processo mantiene le temperature rigidamente basse, prolungando il periodo di gelo.

L’estensione eccezionale della neve nell’emisfero settentrionale, che sta interessando particolarmente regioni come l’Asia centrale, la Siberia e l’Europa settentrionale, potrebbe avere effetti a cascata. Il raffreddamento prolungato del suolo rallenta lo scioglimento della neve, estendendo il periodo durante il quale l’albedo resta elevato. Questo aumenta il rischio di ondate di gelo prolungate, che potrebbero propagarsi verso le latitudini temperate.

Oscillazioni atmosferiche: QBO e MJO come motori del meteo estremo

A determinare l’andamento meteorologico dell’inverno 2025 non è solo la copertura nevosa, ma anche due oscillazioni atmosferiche fondamentali: la QBO (quasi-biennial oscillation) e la MJO (Madden-Julian oscillation).

La QBO, un’oscillazione che regola la direzione delle correnti nella stratosfera equatoriale, ha recentemente invertito il suo flusso da ovest a est. Questo cambiamento destabilizza il vortice polare, favorendo intrusioni di aria calda nella stratosfera e spingendo le masse di aria artica verso il sud.

La MJO, invece, è un’oscillazione che influenza le precipitazioni tropicali e il comportamento della corrente a getto. Quando la MJO si intensifica, come sta avvenendo in queste settimane, può alterare i flussi atmosferici, favorendo eventi estremi. L’interazione tra QBO e MJO amplifica la probabilità di nevicate eccezionali, gelo intenso e tempeste invernali in Europa e in altre parti del mondo.

Proiezioni meteo per l’Europa: neve e gelo in arrivo

Le previsioni climatiche per l’Europa indicano che la massiccia estensione nevosa nell’emisfero settentrionale potrebbe continuare a influenzare il continente, intensificando il freddo e aumentando le nevicate. In particolare, la Scandinavia e la Russia europea hanno già registrato accumuli significativi di neve, che potrebbero ulteriormente aumentare nel mese di febbraio.

In Italia, si attende un ritorno del freddo più intenso nella seconda metà dell’inverno. Correnti di aria gelida provenienti dai Balcani potrebbero penetrare verso la penisola, portando nevicate significative sulle Alpi e lungo gli Appennini. Anche le pianure del Nord Italia potrebbero essere interessate da episodi di neve, mentre le regioni del versante adriatico, come Marche, Abruzzo e Molise, potrebbero vedere fiocchi bianchi fino a bassa quota.

Questo scenario è simile a quanto osservato durante gli inverni di febbraio 2012 e febbraio 2018, che furono caratterizzati da nevicate eccezionali anche in città come Roma e Napoli, eventi rari per il clima mediterraneo.

L’estensione nevosa e le implicazioni globali

Mentre l’Europa si prepara a un febbraio particolarmente freddo, altre regioni del mondo stanno sperimentando gli effetti dell’eccezionale copertura nevosa nell’emisfero settentrionale.

Negli Stati Uniti, l’estensione della neve favorisce la formazione di tempeste di ghiaccio e blizzard, con conseguenze drammatiche per le infrastrutture e i trasporti. Al contrario, il Sud America, in particolare paesi come il Brasile e l’Argentina, potrebbe affrontare precipitazioni ben al di sopra della media stagionale, aumentando il rischio di alluvioni.

In Asia meridionale e in alcune zone dell’Africa orientale, invece, si teme una riduzione delle piogge, con siccità prolungate che potrebbero influenzare la disponibilità di risorse idriche e la produzione agricola.

Febbraio: il mese cruciale dell’inverno 2025

Con l’arrivo di febbraio, i modelli meteorologici suggeriscono che le condizioni invernali potrebbero ulteriormente peggiorare. Se la corrente a getto dovesse abbassarsi ulteriormente, le masse di aria fredda provenienti dal Polo Nord potrebbero spingersi verso il cuore dell’Europa, portando con sé nevicate abbondanti e gelo intenso.

Eventi del genere, legati a una vasta estensione nevosa, si sono verificati in passato, come durante l’inverno del 2012, quando molte aree del continente furono paralizzate da condizioni meteorologiche estreme. Anche il febbraio 2018 rappresenta un esempio significativo di come il raffreddamento globale regionale possa generare episodi di freddo eccezionale, nonostante il trend generale del riscaldamento globale.

Un inverno da ricordare?

L’inverno 2025 potrebbe essere ricordato per l’eccezionale combinazione di manto nevoso e dinamiche atmosferiche, che stanno creando le condizioni per uno degli episodi di gelo più intensi degli ultimi anni. Mentre l’effetto albedo mantiene le temperature basse, l’interazione tra QBO, MJO e corrente a getto potrebbe continuare a generare eventi meteo estremi in tutto l’emisfero settentrionale.

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