L’inizio di febbraio potrebbe segnare un cambio di passo importante sul fronte meteo, con un calo netto delle temperature e l’arrivo di nevicate diffuse su molte aree del continente europeo, incluse alcune regioni italiane. Uno dei principali fattori scatenanti di queste dinamiche è lo stratwarming, un fenomeno atmosferico che si verifica nella stratosfera e che potrebbe determinare il cedimento del vortice polare, portando aria artica fino alle medie latitudini.
Stratwarming: cosa succede nella stratosfera?
Il termine stratwarming si riferisce a un riscaldamento improvviso della stratosfera, lo strato dell’atmosfera situato tra i 10 e i 50 chilometri di altitudine. Questo fenomeno può avere un forte impatto sulle condizioni meteo, poiché interferisce direttamente con il vortice polare, una vasta area di bassa pressione che circonda il Polo Nord e che funge da “contenitore” per le masse d’aria più fredde del pianeta.
In condizioni normali, il vortice polare è compatto e trattiene il gelo nelle regioni artiche. Quando, però, si verifica uno stratwarming, il riscaldamento della stratosfera causa un indebolimento o addirittura una frammentazione del vortice, permettendo all’aria artica di scendere verso sud. Questo movimento di masse d’aria gelida può interessare l’Europa, l’Asia e, in alcuni casi, anche il Nord America. Tuttavia, gli effetti di uno stratwarming non sono immediati: il trasferimento dell’energia dalla stratosfera alla troposfera (lo strato atmosferico più vicino alla superficie terrestre) può richiedere alcune settimane, durante le quali si sviluppano i primi segnali di cambiamenti meteo significativi.
Vortice polare e il rischio di gelo in Europa
L’indebolimento del vortice polare è spesso causato da un’interazione con le onde di Rossby, ossia ondulazioni della corrente a getto che trasferiscono energia dalla superficie terrestre alla stratosfera. Quando queste oscillazioni destabilizzano il vortice polare, si creano le condizioni per un suo frazionamento in più parti, e l’aria fredda che normalmente resta confinata nelle zone artiche può raggiungere le latitudini più basse.
Negli ultimi giorni, diversi modelli meteorologici hanno rilevato segnali di un possibile stratwarming in atto. L’aumento di fenomeni nevosi in città come Londra e Parigi o in altre aree dell’Europa centrale suggerisce che il vortice polare stia già mostrando segni di indebolimento. Anche l’Italia potrebbe risentirne nei prossimi giorni, con nevicate previste fino a quote basse in molte regioni del Nord e del Centro.
Gelo artico: quali condizioni devono verificarsi?
Non tutti gli eventi di stratwarming si traducono automaticamente in inverni rigidi o ondate di gelo. Perché il freddo artico arrivi effettivamente in Europa e in Italia, devono verificarsi diverse condizioni atmosferiche.
- Intensità dello stratwarming: un riscaldamento stratosferico più intenso aumenta la probabilità che il vortice polare si frammenti.
- Posizionamento degli anticicloni: gli anticicloni delle Aleutine e delle Azzorre devono posizionarsi in modo strategico per bloccare le correnti miti atlantiche e canalizzare l’aria fredda verso l’Europa.
- Corrente a getto: la corrente deve subire una deviazione importante, consentendo al gelo artico di spostarsi verso le medie latitudini.
Se queste condizioni si realizzano, il continente europeo potrebbe vivere un periodo di freddo intenso, con temperature ampiamente sotto lo zero e nevicate diffuse. In caso contrario, il freddo resterebbe confinato nelle zone artiche, senza impatti significativi per le regioni mediterranee.
Gli effetti del gelo artico in Italia
Se il vortice polare dovesse frammentarsi e l’aria fredda dovesse scendere verso sud, l’Italia potrebbe essere una delle aree coinvolte dall’ondata di gelo. Le regioni settentrionali, come il Piemonte, la Lombardia e il Veneto, sarebbero le più colpite, con nevicate anche in pianura e un drastico calo delle temperature. La Val Padana, protetta dagli Appennini, potrebbe vedere la formazione di un “cuscinetto freddo”, un fenomeno che favorirebbe la persistenza del gelo e delle nevicate anche in assenza di nuove perturbazioni.
Nelle regioni centrali e meridionali, invece, l’interazione tra il freddo artico e le correnti più miti e umide del Mar Mediterraneo potrebbe generare temporali intensi, accompagnati da nevicate lungo la dorsale appenninica e, in alcuni casi, fino alle colline. Aree come la Toscana, il Lazio e la Campania potrebbero alternare giornate di freddo intenso a momenti di relativa tregua, con piogge sparse o brevi schiarite.
Al Sud e sulle isole maggiori, come la Sicilia e la Sardegna, le temperature resterebbero più alte rispetto al Nord, ma non si possono escludere fenomeni estremi come venti forti o piogge abbondanti, legati al passaggio delle perturbazioni.
L’importanza delle previsioni meteo
Prevedere con precisione gli effetti di uno stratwarming è una sfida complessa, poiché la meteorologia invernale è influenzata da molteplici variabili e caratterizzata da una grande variabilità. I modelli numerici, utilizzati per simulare l’evoluzione dell’atmosfera, vengono costantemente aggiornati per adattarsi ai cambiamenti rilevati.
Grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, è possibile monitorare i mutamenti nella stratosfera e nella troposfera in modo più accurato, utilizzando satelliti, palloni sonda e simulazioni avanzate. Questi strumenti sono fondamentali per rilevare i segnali di uno stratwarming e prevederne le conseguenze a medio e lungo termine.
L’eventualità di un inverno rigido e di nevicate copiose suscita sempre un certo fascino, ma è importante rimanere preparati per limitare i disagi legati a eventi meteo estremi, soprattutto nelle aree più vulnerabili.
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