La parte conclusiva di questo gennaio 2025 sembra confermare un andamento climatico poco in linea con la stagione invernale. Le condizioni meteorologiche previste per i prossimi giorni richiamano infatti scenari più tipici dell’autunno, con maltempo concentrato al Nord-Ovest e un quadro termico generalmente mite.
L’analisi barica suggerisce dinamiche complesse, dominate da correnti atlantiche veloci, che influenzeranno solo parzialmente il territorio italiano, con precipitazioni distribuite in modo irregolare.
Previsioni per la fine di gennaio
Secondo i modelli meteorologici, il periodo compreso tra mercoledì 22 e giovedì 23 gennaio vedrà un primo episodio di maltempo significativo, che colpirà soprattutto il Nord-Ovest e alcune aree del Centro-Nord. Dopo una tregua momentanea, un secondo peggioramento è atteso per domenica 26 gennaio, coinvolgendo ancora una volta le medesime regioni.
La fase più intensa si profila per martedì 28 e mercoledì 29 gennaio, con una nuova perturbazione che porterà piogge abbondanti e nevicate a quote medio-alte. Tuttavia, l’evoluzione successiva rimane incerta: le opzioni in gioco includono un possibile ritorno dell’anticiclone o un proseguimento della variabilità legata alle correnti atlantiche.
Regioni colpite dal maltempo
Le precipitazioni previste per i prossimi giorni saranno distribuite in modo disomogeneo, con accumuli più consistenti al Nord-Ovest. In particolare, le regioni che subiranno gli effetti maggiori del maltempo includono:
- Liguria orientale: accumuli attesi fino a 150 mm, con piogge particolarmente intense lungo la fascia costiera e nell’entroterra.
- Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta: precipitazioni stimate tra 60 e 90 mm, con punte più elevate nelle aree montane.
- Emilia occidentale e parte del Veneto settentrionale: accumuli previsti tra 20 e 40 mm.
- Trentino meridionale e Friuli Venezia Giulia: piogge abbondanti, ma generalmente inferiori rispetto al Nord-Ovest.
In contrasto, le Dolomiti e alcune aree alpine del Nord-Est potrebbero ricevere precipitazioni molto scarse, rimanendo ai margini del maltempo. Questo scenario, se confermato, accentuerebbe il divario nell’innevamento tra le Alpi occidentali e quelle orientali, con quest’ultime che rischiano di registrare il minor accumulo di neve dell’intero arco alpino.
Quota neve e accumuli previsti
Le nevicate interesseranno principalmente le Alpi, ma con una quota neve piuttosto elevata per il periodo invernale, compresa tra i 1200 e i 1400 metri. I rilievi alpini occidentali, in particolare quelli della Liguria e del Piemonte, saranno i più favoriti per l’accumulo di neve fresca. Tuttavia, l’assenza di freddo significativo limiterà l’estensione delle nevicate a quote più basse.
Temperature e anomalie termiche
Dal punto di vista termico, il periodo si preannuncia mite, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Le correnti meridionali che accompagneranno le perturbazioni garantiranno valori particolarmente elevati al Centro-Sud, con punte prossime ai 20°C in alcune località costiere. Anche al Nord, nonostante il maltempo, le temperature rimarranno superiori alla norma, accentuando la percezione di un gennaio dal carattere autunnale.
Considerazioni finali
Il finale di gennaio conferma un trend invernale caratterizzato da dinamiche atipiche, con un’alternanza di fasi di maltempo concentrate su aree specifiche e lunghi periodi di clima mite. L’assenza di ondate di freddo significative continua a essere un elemento distintivo di questa stagione, mentre le precipitazioni, seppur abbondanti in alcune zone, risultano irregolari, lasciando alcune regioni all’asciutto.
Per le zone montane e sciistiche, le nevicate previste rappresentano un sollievo parziale, soprattutto per le Alpi occidentali. Tuttavia, le aree del Nord-Est continuano a soffrire di un innevamento scarso, riflettendo uno squilibrio climatico che sta diventando sempre più evidente in questi anni.
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