L’ultima decade di gennaio si presenta come una fase meteorologica di grande incertezza e complessità, con modelli matematici globali che non riescono a trovare una linea comune sull’evoluzione atmosferica attesa. Le ipotesi attualmente in campo spaziano da un possibile dominio anticiclonico a uno sfondamento delle correnti atlantiche, con conseguenze molto diverse sul tempo previsto per l’Italia.
Che scenario si prospetta?
Ad oggi, la situazione è ancora caotica, e il quadro meteorologico rimane indecifrabile. Le differenze tra i principali centri di calcolo, come il modello americano GFS e quello europeo ECMWF, sono evidenti. Entrambi propongono scenari opposti: il primo opta per una maggiore influenza anticiclonica, mentre il secondo suggerisce uno sfondamento delle correnti atlantiche verso il Mediterraneo centrale.
Un unico punto di convergenza sembra essere un possibile, ma rapido, peggioramento meteorologico previsto intorno a venerdì 24 gennaio. Tuttavia, anche questa proiezione necessita di ulteriori conferme nei prossimi aggiornamenti.
Le incertezze atmosferiche: alta pressione e flusso atlantico
La principale causa di questa confusione tra i modelli è la mancata definizione delle mosse dell’alta pressione e del flusso perturbato atlantico. Due sono i principali interrogativi:
- L’alta pressione riuscirà a bloccare il flusso atlantico verso Est?
Se l’anticiclone dovesse prevalere, l’Italia potrebbe trovarsi sotto una cupola di stabilità, con clima secco e temperature relativamente miti, soprattutto al Centro-Sud. - Il flusso atlantico avrà la forza di spingersi fino al Mediterraneo?
In caso di sfondamento delle correnti atlantiche, si potrebbe assistere a un ritorno del maltempo, con piogge diffuse, nevicate sulle Alpi e temperature più basse, soprattutto al Nord e nelle regioni interne.
Un’ulteriore possibilità è che il flusso atlantico resti confinato verso la Penisola Iberica, favorendo un’espansione dell’alta pressione sull’Italia, con condizioni di stabilità atmosferica.
Modelli matematici: lo spread e l’attendibilità
L’incertezza sull’evoluzione meteorologica è evidenziata dallo spread dei modelli matematici, che misura l’attendibilità delle proiezioni. Per la seconda metà di gennaio, gran parte dell’Europa presenta uno spread elevato, indicato dai colori giallo e rosso nelle mappe modellistiche. Questo significa che le previsioni attuali sono poco affidabili e soggette a potenziali ribaltamenti.
Il modello GFS tende a favorire un dominio anticiclonico, con alta pressione prevalente su buona parte del continente. Al contrario, il modello ECMWF suggerisce un’interruzione della stabilità, con le correnti atlantiche che potrebbero guadagnare terreno e portare un peggioramento del tempo.
Le possibili conseguenze sull’Italia
Se l’alta pressione dovesse prevalere, l’Italia potrebbe trovarsi in una fase di stabilità atmosferica, con giornate soleggiate, nebbie mattutine in pianura e temperature relativamente miti, soprattutto al Centro-Sud. Tuttavia, in caso di sfondamento delle correnti atlantiche, l’arrivo di perturbazioni porterebbe piogge diffuse, nevicate sui rilievi e un ritorno a condizioni decisamente più invernali.
In entrambi i casi, le regioni settentrionali e le aree montane saranno particolarmente sensibili, con un rischio maggiore di fenomeni intensi nel caso di un’irruzione fredda.
Conclusioni: un gennaio ancora incerto
Con uno scenario così dinamico e imprevedibile, è fondamentale monitorare costantemente gli aggiornamenti meteo nei prossimi giorni. L’incertezza attuale lascia spazio a diverse possibilità, dalle quali dipenderanno le condizioni climatiche che caratterizzeranno la chiusura di gennaio.
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